L’alleanza dei corpi. On Human Condition

Per il 2018 M-Gallery dedica la sua programmazione alla riflessione sulla partecipazione comunitaria alla vita politica, con un progetto dal titolo “L’alleanza dei corpi”, a cura di Micaela Deiana.

Si tratta di un programma espositivo ed esperienziale che cita nel titolo le teorie performative dell’azione collettiva elaborate dalla studiosa del sociale Judith Butler. Si articola come un fluire di interventi che orchestrano, attraverso un gioco di rimandi fra discipline artistiche e programmazione di Sardegna Teatro, una narrazione condivisa sul tema della comunità in epoca contemporanea.

Si vuole coinvolgere il pubblico in una riflessione su come la creazione di azioni coordinate possa ricostituire le forme sociali plurali compromesse dal neoliberismo e promuovere così importanti iniziative di resistenza attiva.

Attraverso interventi performativi, rassegne di video arte, ponti sonori, talk e una biblioteca condivisa, ‘L’alleanza dei corpi’ si costituisce come laboratorio politico: nei mesi di occupazione non si intende esaurire una problematica quanto accendere i focolai per una riflessione capace di essere generatrice sul lungo periodo e incidere così sulla vita comunitaria.

© Photo Credits: Ofri Cnaani, No data is an island

M-GALLERY

M-Gallery è nata e si sviluppa grazie alla sinergia tra Sardegna Teatro e EXMA Exhibiting and Moving Arts – Conzorzio Camù, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

M-Gallery rappresenta un ampliamento dello spazio teatrale, un luogo di incontro, di socialità e arricchimento per il pubblico, che attraversa e mescola i linguaggi artistici con una programmazione di mostre temporanee.

La collaborazione fra Sardegna Teatro e EXMA si inserisce nel programma EX-OUT con il quale l’EXMA entra nelle maglie della città e raggiungere nuovi pubblici, attivando nuove connessioni.

Per il biennio 2017-2018 EX-OUT al Teatro Massimo è curato per EXMA – Consorzio Camù da Micaela Deiana, performatività nella produzione artistica e della commistione fra linguaggi. Il taglio transdisciplinare è pensato per creare un dialogo fruttuoso fra le due organizzazioni.

© Photo Credits: Alessandro Carboni, Being Here, In What Will No Longer, (2015)

IL PROGRAMMA

Si inizia il 9 maggio con l’inaugurazione della mostra ‘On human Condition’.

Si prosegue l’11 maggio con la performance di Ofri CnaaniNo Data Is An Island’ e il 17 maggio con il Radio Event di Radio PapesseNessun uomo è un’isola’.

La partecipazione a tutti gli eventi è gratuita.

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA. L’alleanza dei corpi. On Human Condition

MERCOLEDÌ 9 MAGGIO | 19.30 | Teatro Massimo M-Gallery

Nella mostra dialogano i lavori di Alessandro Carboni, Bertille Bak, Ana Pecar e Oliver Ressler, Riccardo Fadda.

Dopo la performance dell’11 saranno installati anche i risultati della performance di Ofri Cnaani. 

Alessandro Carboni, Being Here, In What Will No Longer, (2015)

L’installazione audio-visiva è parte di una ricerca sull’embodiment che si sviluppa a partire dall’esperienza in prima persona dell’artista nella rivolta degli ombrelli di Hong Kong. Le situazioni vissute e catturate attraverso la sensazione sensoriale degli scontri del novembre 2014 vengono sintetizzate in un alfabeto cinesico-posturale, in cui l’azione del corpo diventa la modalità per tracciare la mappa delle socialità in scontro e il modo in cui queste occupano lo spazio urbano. Attraverso gli elementi del pensiero coreografico si compie la costruzione della memoria condivisa dei cambiamenti socio-politici in corso.

Bertille Bak, Figure imposés, (2015, 16 min.) – Courtesy The Gallery Apart

Il video, realizzato su commissione della Maison des Femmes du Hédas (distretto di Pau – Francia) , affronta la condizione dei migranti e dei richiedenti asilo privi di documenti.

L’artista ha lavorato con le donne inserite dalla Maison in un processo di integrazione, coinvolgendole in una serie di azioni volte ad allenare la capacità di mimetismo necessaria al tentativo di oltrepassare illegalmente la frontiera. La disumanità della condizione viene affrontata ironicamente e ogni gestualità fisica diventa allegoria dell’inadeguatezza delle politiche migratorie. Il tentativo di farsi forma per nascondersi nei mezzi di trasporto richiama la tratta meschina dei trafficanti di uomini e il volume d’affari ad essa legata.

Ana Pecar e Oliver Ressler, In the Red, (2014, 20 min.) – Courtesy The Gallery Apart

Il lavoro si concentra sull’esperienza del Strike Dept group, un’organizzazione costola della manifestazione Occupy Wall Street (New York, 2014). Il gruppo lavora sul concetto di debito come strumento di controllo e mantenimento del potere economico. Ha attivato una serie di iniziative volte a rendere manifeste le dinamiche nascoste del sistema finanziario capitalistico (fra cui il gruppo di teoria critica che ha prodotto il libro “Debt Resistors’ Operations Manual”).

Esemplare l’azione del The Rolling Jubilee group, un network di debitori che offre mutua assistenza portando le cifre sul mercato secondario. Comprando il debito alle banche per cifre ridotte rispetto all’ammontare originario, liberano i debitori dalla pressione del primo accordo e offrono a chi è in difficoltà la possibilità di affrontare l’impegno con cifre più basse e libere dalla speculazione. ‘In the Red’ entra nella strategia di azione del gruppo, seguendo per settimane i lavori quotidiani e i processi decisionali dei partecipanti. Attraverso l’esperienza degli attivisti del Strike Debt, si affronta così l’orizzontalismo come modalità sociale di inclusione democratica e della ricchezza, fuori dalle strutture gerarchiche egemoni.

Riccardo Fadda – Aznamusart, Nurra T.A. – Nurra Turismo Antagonista, (2011) – Courtesy of the Artist

Il lavoro appartiene al progetto ‘Anarchaeology’, in cui si affronta criticamente il tema del patrimonio culturale invitando alla presa di coscienza di una rinnovata identità locale che tenga conto delle condizioni dell’ambiente e delle contraddizioni del territorio. Nasce da un intervento performativo in occasione della Manifestazione Monumenti Aperti 2011, quando Riccardo Fadda decide di aggiungere un bene alla lista ufficiale del patrimonio comunale di Porto Torres, il Nuraghe Nieddu, inserito in un’area di proprietà dell’ENI, di norma inaccessibile. Con un gruppo di circa venticinque visitatori entra abusivamente nell’area per effettuare una visita guidata al nuraghe, con un intervento di un archeologo che illustra nel dettaglio le caratteristiche del monotorre. Al momento didattico esplorativo segue un momento di convivialità nei pressi dello stesso nuraghe, simbolo di riappropriazione del bene da parte della comunità.

PERFORMANCE E INSTALLAZIONE. No Data Is An Island. Di Ofri Cnaani (2018)

VENERDÌ 11 MAGGIO | 20.30 | Teatro Massimo M-Gallery

Performance partecipata per un gruppo whatsapp, sviluppata appositamente dall’artista per il progetto ‘L’alleanza dei corpi’. Consiste in una performance collaborativa che vede la partecipazione dell’artista in digitale da New York e il gruppo dei fruitori dal vivo nello spazio pubblico della città di Cagliari. Il lavoro si interroga sulla velocità con cui la città sta cambiando e come questo ritmo cambia la nostra percezione dei luoghi, spesso mediata nella sua prima esperienza dalla fruizione digitale. In No Data Is An Island confluiscono le riflessioni sul meccanismo dell’economia turistica condivisa delle review, su come l’esperienza individuale reale plasmi l’esperienza immateriale collettiva. Luogo di incontro per questa riflessione è un gruppo whatsApp, che diventa così piattaforma di ricerca sulla partecipazione di gruppi e sui sistemi alternativi di trasmissione dati.

I partecipanti posso iscriversi alla performance in teatro oppure scrivendo una mail a [email protected]. Occorre indicare il proprio nome e il numero di telefono con cui si parteciperà all’evento. Saranno inseriti in un gruppo whatsapp e alle ore 19 avrà inizio l’intervento, in qualsiasi parte della città si trovino: dovranno solo collegarsi al gruppo e seguire le indicazioni date dall’artista.

Alle 20.30 il gruppo si incontra in teatro per dare avvio all’installazione che racconta e sintetizza l’esperienza dell’incontro. L’installazione rimarrà attiva nello spazio di Mgallery e nelle settimane successive il pubblico potrà intervenire creando ulteriori connessioni, attraverso suggestioni visuali e testuali. Una mappa mentale di un’isola nell’era dell’iperconnessione.

LIVE RADIO EVENT CON RADIO PAPESSE. Nessun uomo è un’isola

GIOVEDÌ 17 MAGGIO | 19.00 | Teatro Massimo M-Gallery

Seduta di ascolto condivisa curata da Radio Papesse, prima radio italiana ad occupa usi esclusivamente di arte contemporanea e alla sperimentazione sound art.

Ilaria Gadenz e Carola Haupt rileggono l’archivio di Radio Papesse a partire dalle suggestioni degli scritti di Butler e ci accompagnano in un percorso critico che si snoda fra interviste ad artisti e critici e interventi di sound art e field-recording. La riflessione sul corpo vulnerabile e sui corpi alleati che rivendicano il proprio diritto di apparizione diventano anche l’occasione per ripensare la pratica radiofonica di Radio Papesse: “L’idea di precarietà, come fenomeno socialmente indotto, la responsabilità e il fallimento che diventano carichi individuali, sono ben presenti alla nostra generazione, l’ethos della solidarietà e dell’interdipendenza sembrano quasi del tutto eroso. Judith Butler ci offre inoltre interessanti spunti per pensare alla radio come un medium precario, quando parla di precarietà come termine intermedio, di mediazione, che opera come luogo di alleanza tra gruppi di persone, come spazio di apparizione, come luogo dove ci definiamo come comunità di corpi alleati. E se fosse la radio questo spazio?”

STRATEGIE E PRATICHE DI MAPPATURA CORPORALE NELLO SPAZIO URBANO. 

SABATO 23 GIUGNO | 19.30 | Teatro Massimo M-Gallery | INGRESSO GRATUITO

Performance STRATEGIE E PRATICHE DI MAPPATURA CORPORALE NELLO SPAZIO URBANO
con Alessandro Carboni

Progetto in collaborazione con Fondazione Sardegna Film CommissionEXMA – Exhibiting and Moving Arts
modera Micaela Deiana (curatrice Mgallery)

Alessandro Carboni ha sviluppato una ricerca sull’embodiment, a partire dalla propria esperienza nella rivolta degli ombrelli di Hong Kong. Le situazioni vissute e catturate attraverso la fruizione sensoriale degli scontri del novembre 2014 vengono sintetizzate in un alfabeto cinesico-posturale, in cui l’azione del corpo diventa la modalita? per tracciare la mappa dello scontro dei gruppi sociali e dei loro modi di occupare lo spazio urbano. Gli elementi del pensiero coreografico costruiscono la memoria condivisa dei cambiamenti socio-politici in corso.

BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI

(Arras, Francia, 1983). Studia presso Fresnoy – Studio National des Arts Contemporains di Tourcoing e la scuola di Belle Arti di Parigi. Il suo lavoro nasce da una posizione di osservazione al centro della comunità: inserendosi nella vita del gruppo per lunghi periodi, tesse contatti e trova una personale routine quotidiana. Assumendo uno sguardo trasversale fra il documentario, l’inchiesta e la ricerca etnografica, coniuga realtà e finzione. Le persone reali interpretano se stesse e i luoghi che fungono da scenografie sono reali ma tutto viene amplificato in una visione narrativa che segue il principio di svelamento.

Tra le mostre recenti: ALL INCLUSIVE VIAGGIO, personale presso The Gallery Apart, Roma (2018); mostra collettiva Performing lives, a cura di Z. Chan, Optica contemporary art center, Montreal – Canada (2018); Bertille Bak: Usine à divertissement, Plateau multimédia, mostra personale presso il FRAC Provence Alpes Côte d’Azur, Marseille (2017); ANTIDORON – the EMST Collection, mostra collettiva a cura di K. Koskina, documenta 14 – Antidoron , Fridericianum, Kassel (2017); Biennale de l’Image en Mouvement, a cura di A. Bellini con C. Alemani, C. Bourgeois and E. Dyangani Ose, Centre d’Art Contemporain Genève, Ginevra – Svizzera (2016).

(Italia, 1976), PhD in Creative Media, è un artista interdisciplinare, i cui progetti esplorano la complessità delle relazioni fra corpo, spazio urbano e cartografia. Osservatore delle specificità delle contingenze dell’urbano, a partire da processi di raccolta dati in cui grande rilievo è dato all’esperienza corporea, realizza mappature che rappresentano luoghi di ridefinizione di forme, andamenti e campi riflessivi. Da questi archivi visuali nascono lavori performativi e installativi. Fra le istituzioni in cui ha realizzato mostre e performance: Cattle Depot Artist Village, Hong Kong; Living Archive, Malmö; Media Architecture Biennale, Godsbanen, Aarhus; Biennale of Urbanism/Architecture Shenzhen.

(Israele, 1975) è un’artista e educatrice che lavora con i media basati sul tempo, interventi performativi che si legano al cinema e al video, installazioni su larga scala. Vive a New York, dove insegna Digital Performance e Digital Feminism alla SVA – School of Visual Arts, ed è PhD candidate al Goldsmith College di Londra. Il lavoro dell’artista è segnato da una costante indagine sul rapporto tra spazio e fisicità, tra presenze dominanti e dominate. Nei suoi lavori sveglia le dinamiche di potere evidenziando come queste abitino gli aspetti più banali della nostra quotidianità – gli elementi architettonici, gli spazi pubblici, le consuetudini sociali – generando le tensioni che si ripercuotono sulle relazioni fra individui. Sovente le performance diventano strumenti per sperimentare e negoziare nuove forme di autorità fra esperti, pubblici e oggetti culturali. Fra le istituzioni in cui ha realizzato mostre e performance: Metropolitan Museum of Art di New York,  Inhotim Institute, Brazil; Israel Museum; Kiasma Museum, Helsinki; Jerusalem; PS1/MoMA, NYC; BMW Guggenheim Lab, NYC; The Fisher Museum of Art, L.A.; Twister, Network of Lombardy Contemporary Art Museums, Italy. Fra le partecipazioni alle mostre collettive: Moscow Biennial; The Kitchen, NYC; Bronx Museum of the Arts, NYC; Kunsthalle Wien, Vienna; Arnolfini Foundation Museum, Bristol, UK; Tel Aviv Museum; The Israel Museum, Jerusalem; Prague Triennial.

(Porto Torres, 1976), fondatore del collettivo artistico AZ.Namusn.Art. La sua ricerca affronta la relazione fra arte e politica, con particolare attenzione al territorio di origine, la Nurra. Le sue azioni visive e performative evidenziano gli effetti delle occupazioni militari e industriali sul territorio e sulle comunità che lo vivono.

(Knittelfeld, Austria, 1970). Studia presso University for Applied Arts di Vienna. Artista e videomaker, lavora con installazioni, progetti nello spazio pubblico e film sulle tematiche dell’economia, della democrazia, dl riscaldamento globale e delle forme di resistenza alternative. Fra i progetti recenti: Catastrofe Bond, Bush Art Center Galleries, St. Norbert College, De Pere (USA); How to Occupy a Shipwreck, Kunst Haus Wien, Vienna (2018); Occupy, Resist, Produce, Gallery ROM, Oslo; Bedtime for Democracy, theAgency Gallery, Londra,  Everything’s coming together while everything’s falling apart, Oncurating Project Space, Zurigo (2017); Everything Under Control, ar/ge kunst, Bolzano (2016).

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